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venerdì 1 aprile 2011

AMORE E ALTRE COSE - Capitolo III - decima puntata

Dopo la bruttissima storia di Parigi decidemmo insieme di darci un taglio, cercavamo di tenerci lontano dalle droghe e di stare vicini al nostro piccolo, che aveva tanto bisogno di tutti e due.
Per un periodo ci riuscimmo restando isolati da tutto e da tutti, ma poi ricominciarono i concerti, le incisioni e i tour insieme alla band. Loro non avevano per niente mollato la roba anzi a questa avevano, con l'arrivo di Kimberly la tastierista, aggiunto anche la coca. Così nel giro di pochi mesi ricominciammo anche noi e con più foga.
Io dimagrivo a vista d'occhio e tu eri sempre più chiuso, nervoso e distante, erano momenti tremendi: smettevamo e  ricominciavamo di continuo e la nostra meravigliosa storia d'amore si stava trasformando in una storia di merda.
Così una mattina, dopo l'ennesima lite furibonda presi Marcolino, infilai pochi abiti in una valigia e me ne andai. 
Tremavo di rabbia e di paura ma non ce la facevo più a sopportare te e i tuoi maledetti, infiniti silenzi.
Presi un taxi e mi presentai a casa di Angelo e Gaetano, i miei più cari amici,  in condizioni pietose. Piangevo, avevo freddo e Marcolino strillava come un pazzo.
Loro mi fecero entrare e come sempre piansero insieme a me, poi decidemmo insieme una strategia da adottare: niente droghe, niente Marco solo tanta pace, cibo, libri e una macchina da scrivere.
Si occuparono di tutto, del bambino che adorava moltissimo i suoi due zii e di me che avevo tanto bisogno di un po' di tranquillità.
Ti giuro amore che non ho mai smesso di pensarti, mi mancavi così tanto che la sera non riuscivo a dormire e piangevo con la faccia stretta al cuscino, per non farmi sentire. Angelo e Gaetano vegliavano sulle mie lacrime. Fuori era molto freddo, un altro anno volgeva verso la fine: era il dicembre del 1986.

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