Era notte inoltrata quando uscimmo a "rimirar le stelle". Tu eri luce pura e io stordita, seguivo la tua luce.
Continua... magari stasera più tardi troverete un'altra puntata.
Post del 16.01.2011 ore 17.28
"Vorrei fare una cosa con te domani, se ti va" dicesti sfiorandomi la spalla, "devo andare a riprendere la chitarra acustica da un mio amico, un genio sai": ti si accesero i bei fanali, "un esperto accordatore, figlio di liutai." Io ti avrei gettato le braccia al collo dalla felicità, ma risposi un si che a malapena credevo avresti sentito.
Dall'istante in cui siamo stati nella stessa stanza fino ad ora mi sembrava trascorso qualche minuto, invece erano quasi le tre del mattino, l'indomani dovevo andare in facoltà.
La mia amica se n'era andata con gli altri e io avevo la mia Dyane verde pisello, un po' accartocciata, parcheggiata lì di fronte.
"Allora a domani... bambina dalle labbra di fragola." Dicesti.
"Mi chiamo Anna e tu?" Ti guardavo pensando che saresti sparito da un momento all'altro.
"Io Marco. Sarò qui alla stanza verso le due. Ehi quella è la tua macchina che figa! Portala domani, io non ho un auto." Dicesti orgoglioso.
Mi voltasti le spalle e ti avviasti a piedi verso la notte, con il tuo magico fardello in spalla.
Questa è una delle immagini su cui fantastico e che ho intitolato: il mio vagabondo. Ero già perdutamente innamorata di te.
Mentre tornavo a casa in macchina con le farfalle nella pancia avevo voglia di cantare e ridevo da sola, in un estasi di pura felicità.
All'inizio fa questo effetto a tutti: l'Amore.
Continua... magari stasera più tardi troverete un'altra puntata.
Post del 16.01.2011 ore 17.28

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