Decidemmo di cercarci una piccola casetta per convivere, la mia pancia si cominciava un po' a vedere e la sera gli facevi ascoltare la chitarra. Ricordo che scrivesti tre accordi per lui, una dolce canzone tipo ninna nanna e la suonavi accanto a me.
"Ciao piccolo Marco, ti piace la musica?" dicevi e poi mi sorridevi come un bambino .
"Amore quanto sei bella, lo sai che da quando c'è lui lì dentro sei ancora più bella?" E mi abbracciavi e baciavi e facevamo ancora tanto sesso, all'inizio.
"Ma come fai ad essere sicura che sarà un maschietto?" chiedevi con una mano sulla pancia.
"Lo so e basta" ti rispondevo io, "lo so."
Avevamo dato la notizia del bambino alle persone care, come Carlotta e i ragazzi della band, ma non avevamo ancora parlato con le nostre famiglie.
Nessuno dei due se la sentiva di affrontare l'argomento sebbene per motivi del tutto diversi: io per la mia famiglia divisa e dispersa e tu perchè la tua era al contrario molto borghese e tradizionalista. Dicesti che la cosa migliore sarebbe stata parlare prima di tutto con tua madre, ma ti sbagliavi di grosso.
Io poi avrei chiamato la mia quando e se ne avessi avuto voglia.

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